Lunedì 30 marzo 2015 si è tenuto il tradizionale appuntamento del Rotary Club Milano Ovest con i suoi Soci onorari, Magnifici Rettori degli Atenei milanesi presso il Teatro Franco Parenti.

Dopo i saluti del Presidente, avv. Massimo Marconi, con il coordinamento del PDG dott. Andrea Bissanti e del Prof. Francesco Blasi, i Professori Azzone e Sironi si sono confrontati sul tema "Milano, porta del mondo per un’Italia competitiva".  Moderatore il giornalista Salvatore Carrubba.

Sotto alcune immagini della serata. 

 

 

 

 

Per chi desiderasse approfondire, qui di seguito la relazione completa della serata, a cura dell'Ing. Italo Ferrante, pubblicata sul Bollettino n. 29 del nostro Club.

SERATA DEI RETTORI: IX EDIZIONE

Milano, porta del mondo per un’Italia competitiva.

E’ la nona edizione della serata dedicata ai portabandiera dell’istruzione superiore nella nostra Milano, onorevoli soci del nostro sodalizio.
La presenza dei proff. Andrea Sironi, Gianluca Vago, Giovanni Azzone (in ordine meramente alfabetico), rispettivamente Rettori della Bocconi, della Statale e del Politecnico è la conseguenza del loro intervento sul Corriere della Sera del 21 gennaio 2013, dove  partendo dalle questioni relative alla ricerca e all'insegnamento accademico, gli autori dell'intervento ribadivano in particolare la centralità del sistema universitario e produttivo milanese come polo di attrazione internazionale in grado di svolgere un ruolo fondamentale nel rilancio dell'italia e nell'uscita dalla crisi economica e chiedevano ai responsabili del governo del paese di investire sulla città.
Purtroppo il prof. Gianluca Vago ha dovuto cancellare la sua partecipazione per improvvisi impegni sopravvenuti, e contiamo di poter godere della sua testimonianza alla prima occasione favorevole.

Crediamo che sia utile riprendere le considerazioni espresse in quell’ intervento che sono state il riferimento della conversazione del nostro pomeriggio, chiosate dai commenti del moderatore Salvatore Carrubba, anch’egli oggi al vertice di diverse strutture culturali (Presidente del Collegio di Milano e dell’Accademia di Belle Arti di Brera, solo per citare il suo coinvolgimento nella vita dell’istruzione e della cultura della nostra città). 
Perchè allora ripetere a due anni di distanza un convegno che non poteva aggiungere niente di nuovo a quanto affermato due anni fa?
Proprio perchè tutte le previsioni contenute nell’intervento inviato al direttore del Corriere si sono e si stanno puntualmente verificando e stanno a dimostrare come la cultura e l’istruzione rappresentino ancora necessariamente gli strumenti migliori per superare situazioni negative contingenti, a essere ottimisti, o addirittura di sistema, come ormai i più ragionevoli osservatori vanno confermando.
E’ un dato di fatto che la globalizzazione delle tendenze planetarie non permettono oltre “miracoli” economici che situazioni precedenti avevano favorito e di cui anche il nostro paese si era avvantaggiato.

L’esplosione demografica (9/10 miliardi di abitanti nel 2050, la Nigeria citata oggi che potrebbe facilmente contare su una popolazione superiore a quella di tutta la comunità europea), i conseguenti problemi di urbanizzazione, i nuovi ceti medi ormai presenti in aree prima considerate di “confine” (Cina, India, America Latina), così imponendo lo spostamento di risorse umane ed economiche dalle aree ieri tradizionali a queste nuove realta’ che imporranno nuove regole alla crescita e al destino della società umana della nostra terra.
Se l’Europa, se l’Italia non si porranno da subito alla ricerca di nuove posizioni da assumere per difendere il ruolo che la comunità  internazionale  ci ha riconosciuto, se non vogliamo diventare marginali nello sviluppo dei progetti globali, dobbiamo assumere posizioni propositive di avanguardia che utilizzino gli atout che il patrimonio culturale e artistico, l’eredità del nostro passato, in una parola le basi dell’istruzione che ha caratterizzato e giustificato la nostra leadership finora riconosciuta, ma che troppi recenti avvenimenti portano a mettere in sempre maggior dubbio.

Per inciso, dobbiamo finalmente ammettere che l’11 settembre 2001 non sono caduti due edifici, ma con essi è crollata la sicurezza di una sistema che si basava sulla supremazia di un’oligarchia che pretendeva di controllare finanziariamente il governo della società del mondo civilizzato.
Da allora non siamo più stati in grado di controllare le situazioni dirompenti che si sono andate moltiplicando, dimostrando debolezze alle quali finora non abbiamo saputo opporre concrete contropartite.

Senza affrontare il tema da questo angolo di visuale, i nostri relatori di oggi hanno voluto sottolineare il loro ottimistico punto di vista (deve essere ottimista chi opera per l’istruzione, per le generazioni responsabili del futuro e dello sviluppo), offrendo indicazioni tendenti a privilegiare i tesori a nostra disposizione.
Milano è geograficamente, culturalmente, qualitativamente in grado di assumere un ruolo cruciale  come polo di attrazione di risorse umane di elevata qualità, specialmente giovani, dal resto del mondo.
Occorre partire dai nostri punti di forza, quelli che potrebbero consentire a Milano, e attraverso di essa al paese, di conservare un ruolo internazionale.

È il caso, in particolare, della flessibilità del sistema imprenditoriale, che ha permesso di superare la perdita delle grandi imprese manifatturiere senza drammatiche fratture sociali, mantenendo un tessuto di pmi competitive a livello globale e affiancandole con nuove vocazioni, dalla finanza alla salute, dalla moda al design, dalla ricerca alle nuove fonti di energia.

Queste affermazioni, oggi ripetute e già contenute nell’intervento di due anni fa, ci confermano che il successo raggiunto e mantenuto nelle nuove vocazioni rappresenta il giusto viatico per offrire la leadership di Milano come accesso verso l’Europa e non solo.
Da questo assunto è quindi necessario costruire una politica che offra credibilità alla nostra scelta, eliminando tutte le scorie che la litigiosità del sistema interno tende a mantenere, favorendo la collaborazione tra le istituzioni e tra queste e il sistema imprenditoriale, riconoscendo merito alle eccellenze che esistono a milano e nel resto del paese.

Su queste basi può nascere un percorso virtuoso che favorisca l’integrazione delle risorse, delle capacità di sviluppo, che potenzi l’attrazione verso il nostro paese da parte di capitali e di uomini.
Il ruolo dell’istruzione e delle sue strutture come facilitatore di questo processo è reclamato ad alta voce dai responsabili del nostro sistema universitario che hanno dimostrato di essere provocatori quanto basta per lanciare un sasso nello stagno e che con il tempo che passa vedono verificarsi sempre più chiaramente le previsioni da loro avanzate.

Da rotariano, dopo essermi garantito il plauso e il ringraziamento dei relatori per l’opportunità loro concessa di riproporre il problema, ancora una volta perderemo l’occasione di mantenere accesa la fiaccola, accontentandoci del successo della riunione odierna?
Ovvero ci offriremo a sostegno dello sviluppo e della diffusione della conoscenza delle problematiche insite in questi temi, per esempio sfruttando l’attenzione che Expo riserverà alla città di Milano e all’Italia per studiare assieme alle strutture universitarie interventi e opportunità che agiscano da cassa di risonanza e portino chi di dovere alla consapevolezza di assumersi responsabilità decisionali, se è vero, come è stato detto oggi, che scegliere  un percorso, realizzare un progetto pretende da parte dei responsabili la capacità di fare una scelta e di prendere una decisione.
Dovremmo augurarci di verificare alla prossima, decima conferenza dei Rettori, nel 2016 i progressi di questa nostra attività, benemerita come per definizione intendono essere gli interventi del Rotary verso gli altri, che in questo caso siamo anche tutti noi.

In chiusura un particolare ringraziamento alla padrona di casa, Ruth Shammah, ai nostri solerti amici organizzatori Andrea Bissanti e Francesco Blasi, ai Presidenti e ai soci dei club di Arco della Pace e Porta Vercellina che hanno risposto all’invito di Massimo Marconi, agli ospiti tra i quali ci piace ricordare il Prof. Domenico Zampaglione con la gentile consorte che accompagnavano il giovane figlio Paolo, come si usava una volta nelle buone famiglie, e, infine, alla folta rappresentanza dei dirigenti del Rotary elencati nelle note della segreteria e guidati dal governatore Ugo Gatta in prima persona.

Italo Ferrante

 

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